Se vogliamo festeggiare davvero il Natale riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza, la piccolezza di Dio, che si fa piccolo, non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla.
Papa Francesco
Sono le parole di Papa Francesco, ignorate dai media, con cui si è aperto il nostro mese di dicembre e con cui apriamo questo numero di Voce Serafica della Sardegna.
Quando sfoglierete queste pagine, il Natale sarà ormai alle porte o appena trascorso: “Per incontrarlo – ha proseguito il Pontefice parlando alle delegazioni di Sutrio, di Rosello e del Guatemala che gli hanno donato l’albero e i due presepi – bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, farsi piccoli, lasciare ogni vanità, dove Lui è. E la preghiera è la via migliore per dire grazie di fronte a questo dono d’amore gratuito, dire grazie a Gesù che desidera entrare nelle nostre case, che desidera entrare nei nostri cuori”.
E’ questo lo spirito migliore per vivere in pienezza questi giorni, in cui ci affacceremo all’anno nuovo: lasciamoci guidare dalla semplicità, dalla piccolezza di Dio, dallo stupore per la fragilità con cui si è presentato al mondo. Anche la Chiesa, in queste settimane, ci ha invitato a riflettere sui segni, sui gesti apparentemente piccoli, ma densi di significato. Un invito ascoltato tante volte, nella nostra vita, spesso ignorato ma sempre presente. Forse quest’anno, per ciascuno di noi, è la volta buona.
Immersi nella frenesia della vita quotidiana, nel chiasso e nel chiacchiericcio alimentato anche dai nuovi mezzi di comunicazione, facciamo un gesto di coraggio: prendiamoci una pausa di silenzio, quello che – ha detto il Papa – “favorisce la contemplazione del Bambino Gesù, aiuta a diventare intimi con Dio, con la semplicità fragile di un piccolo neonato, con la mitezza del suo essere adagiato, con il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono”. Per una volta lasciamo da parte tutto il resto: la stanchezza, lo stress, l’invidia e le gelosie e fissiamo i nostri occhi sulla piccolezza di Dio, che nasce – ancora una volta – per ciascuno di noi.
È l’augurio per tutti: buon Natale.